Dopo la prima e la seconda parte del diario di Alessandro Gentile, la redazione di Basketacazzo.com è lieta di presentare la terza e (forse) ultima parte. Grazie per la vostra lettura, è una buona lettura.
Mercoledì 5 novembre, Milano
Oggi nello spogliatoio si è sfiorata la tragedia. Ho visto Joe armeggiare con la sua borsa e tirarne fuori qualcosa, un oggetto lucido, nero e minaccioso.
“Hey Joe, where are you going with that gun in your hand?”
Finge di non sentirmi.
“Hey Joe, where are you going with that gun in your hand?”
“I’m going to shoot my own lady, you know I found she mess’d around with another man”
“Your lady is here in the gym?”
“My lady is my coach. You know, I’m from Philadelphia, we always get very emotional with coaches. When coach Chaney asked to quit Temple we checked him out with C14 to see if he was really 80”
“And who’s the other man?”
“Trent”
“Joe, my guy, ABA is dead and gone, John Brisker is buried somewhere in the jungle and if you trust me, we shall overcome”.
“you serious?”
“Yup. And for the last time: you’re not from Philly.”
Venerdì 7 novembre, Atene
È stato un trionfo. Lui ci ha detto “fate canestro”, noi lo abbiamo ignorato. Joe ha avuto qualche problema all’inizio, ma poi si è adattato. Io sono stato perfetto. Tutti siamo stati perfetti. Finalmente una squadra, finalmente individui.
Lui continuava a toglierci e metterci, chiamare time out, fare il broncio. Alla mia ultima uscita ho fatto il quinto fallo. Un fallo stupido, ininfluente, ma visibile. Canestro e fallo.
Uscendo gli ho sibilato “Non con uno schianto, ma con un gioco da tre punti…”
Domenica 9 novembre, Milano
Avrei dovuto coricarmi di buonora, ma c’era Sbezzi a Sportitalia. Lo avevo istruito bene.
Un po’ Gino Bartali, un po’ Tina Cipollari. L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare, ma la colpa è degli allenatori, non ci sono più gli uomini di una volta, le mezze stagioni e il passing game di Larry Brown.
È la cultura pop, bellezza. Non ti puoi sottrarre, non la puoi uccidere: puoi solo aiutarla a mangiarsi da sé. E oggi l’ho detto al maremmano. Noi siamo i figli di mezzo della storia, cresciuti dalla televisione a credere che un giorno saremo milionari e divi del cinema e rockstar, ma non andrà così. E stiamo or ora cominciando a capire questo fatto. Perciò fa poco lo stronzo con noi e prendi della gente che blocchi come Dio comanda.